Camilla : UN GATTO ALL’UNIVERSITA’
di Laura di Roma scrivici!
Me ne stavo tranquillo e un po’ annoiato,
con la cartella sulle spalle, appoggiato ad una colonna nell’atrio della
mia facoltà. Ero distrutto, mi trovavo in quello stato di comatosa
sonnolenza tipica di chi ha preso appunti per tre ore di fila senza mai
poter alzare la faccia dal foglio. Per quel giorno non dovevo seguire altri
corsi, ma di tornarmene subito a casa non ne avevo voglia. Me ne restai
lì, in cerca di una qualche ispirazione, di un’idea, di incontrare
qualcuno che conoscessi. Mi guardavo intorno e catalogavo tutti gli studenti
che mi passavano davanti: biondi, bruni, fuori sede, fumatori, pallavolisti,
secchioni, riccastri…Mi sembravano tutti più o meno uguali finchè
miei occhi si posarono su uno studente tutto particolare.
Non era molto alto, anzi, direi che era piuttosto basso, camminava carponi
per terra ed aveva una lunga coda sottile che teneva in bella mostra. Tutti
gli altri ragazzi correvano o zoppicavano trascinandosi dietro libri enormi,
ma lui, pareva sfilasse! Mi avvicinai e si fece subito accarezzare, da
vicino non era di bell’aspetto: aveva un occhio chiuso e dall’altro fuoriusciva
un liquido giallastro. Me ne stavo accucciato a terra a fare conoscenza
con il mio nuovo collega, quando cinque o sei ragazzi fecero capannello
attorno a noi, mi dissero di non toccarlo, che dovevo lasciarlo perdere
perché poteva trasmettermi qualche malattia. Non avevo alcuna intenzione
di seguire il loro consiglio, piuttosto una vocina dentro di me mi disse
di prenderlo e portarlo da un veterinario. Poteva sembrare una pazzia,
ma sinceramente: non me ne fregava niente. Quella bestia stava male e aveva
bisogno di una mano, in fondo stavo cercando qualcosa da fare e… salvare
un gatto è un gran bel modo per passare un pomeriggio.
Presi una scatola di cartone abbandonata vuota poco prima dal ragazzo
che aveva riempito i distributori automatici, ce lo misi e mi incamminai
verso un negozio di animali distante pochi metri dalla facoltà. Mi
diedero un indirizzo, era di un’associazione che cura randagi, si chiama
Lavi e si trovava sulla via Prenestina. Con la macchina impiegai un po’ ad
arrivarci, ma il mio paziente sonnecchiava tranquillo nello scatolone. Arrivammo
alla meta, la signora responsabile capì subito che avevo portato
qualcuno per lei e mi corse in contro, mi prese la scatola e mi pregò
di seguirla. Le raccontai tutta la storia e mi disse che quel siero che
gli sporcava il muso era sintomo di una grave bronchite. Mi fece sedere
in una sala d’aspetto piena di foto di altre associazioni, tra le tante
mi colpì una che raffigurava una comunità di randagi che alloggia
in un barcone sul fiume Amstel (Amsterdam), anche lì c’è chi
si occupa da fornire cure gratuitamente e chi pensa a dare loro da mangiare,
sono persone che dedicano tutta la loro vita ai gatti. Mi sentivo orgoglioso,
per il bel gesto che avevo fatto, ma anche in difficoltà al pensiero
di tutte quelle volte che invece di spendere soldi per delle cretinate, io
come tutti, avrei potuto devolverli per aiutare comunità come quella
in cui mi trovavo. Mentre ero assorto tra i miei pensieri vidi ricomparire
la signora con cui avevo parlato pochi minuti prima, mi disse che il gatto
stava dormendo, che era una femmina e che per fortuna la bronchite non si
era estesa tanto e con qualche fiala di antibiotico sarebbe guarita. Lei
l’avrebbe tenuta in cura tutto il tempo della convalescenza e poi avrei potuto
scegliere se portarla con me o lasciarla lì. Me ne tornai a
casa, accidenti se era stata una giornata emozionante! Già sapevo
che presto sarebbe stata a sonnecchiare su uno dei cuscini della mia stanza
e contavo i minuti che mi separavano dal tornarla a prendere. Il giorno successivo
in facoltà feci una colletta e quando andai a prendere Camilla consegnai
l’intera somma a quella signora e me ne tornai a casa con uno dei più
preziosi tesori della mia vita.
E’ molto emozionante salvare un gatto
dalla strada o adottarlo da un’associazione che lo cura e lo mantiene.
Tante persone, che non hanno animali, sono spaventate dall’impegno che
comportano. Un’animale ha bisogno di molte attenzioni, non lo si può
negare, ma è un piacere, posso assicurarvi, occuparsi di lui, e del
resto è il minimo che noi umani possiamo fare per loro.
FRASI DEDICATE AI GATTI
"Non mi dà fastidio un gatto al posto suo. Ma il posto suo non
è nel mezzo della mia schiena alle quattro del mattino."
(M.Good Stoddard)
"Ma non riesco a decifrare il gatto. Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi"
(Pablo Neruda)
"Direte che il gatto è semplicemente una massa di pelo! Proprio
per niente! Un gatto è l'incantesimo in persona."
(L.F.Céline)
"Spalanca i tuoi grandi occhi di raso scuro, simili a cuscini in cui sprofondarsi!
Strusciati contro le mie gambe, fantastica Sfinge! e cantami tutti i tuoi
ricordi!"
(Oscar Wilde)
"Il gatto, anche se domestico, resta sempre un'indipendente, selvaggia,
piccola pantera"
(Konrad Lorenz)
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