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"Canzone d'autore"


Max Manfredi

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Ho visto che nel vostro sito, molto ben curato e ricco di notizie interessanti, non ci sono riferimenti a Max Manfredi ... penso sia davvero il caso di rimediare e per questo mi sono permesso di inviarvi questa nota. Grazie per l'attenzione e buon lavoro. (Domingo Paola -domingo.paola@tin.it)


La musica e la poesia di Max Manfredi

Un indimenticabile viaggio nella Canzone d’Autore
 
Ci sono autori, la cui età anagrafica garantisce esperienza e solidità, che hanno prodotto e ancora producono veri e propri capolavori che dovrebbero ricevere maggiori attenzioni da parte della critica e del pubblico. Chi ha avuto il privilegio di accostarsi alla produzione di questi artisti ha il piacevole dovere di cercare di fare il possibile per diffonderla oltre i confini di un pubblico di informati che, seppur consistente, non è il grande pubblico di alcuni cantautori e cantanti citati anche su questo sito: l’esigenza è quella di condividere e quindi di accrescere il piacere che dona l’arte.

Per questo motivo e per il fatto che scorrendo le interessanti pagine del vostro bel sito non ho visto citato il suo nome, ho deciso di scrivere queste poche righe di introduzione alla Canzone d’Autore di Max Manfredi.

Max Manfredi è un poeta della canzone, che, come un nuovo Rimbaud, gioca con le parole,  con la loro musicalità e con ritmi che quelli musicali assecondano o contrastano, in un sottile gioco formale. È un artista raffinato e ironico, un osservatore profondo dell’anima e del corpo: nella sua canzone il formale non è mai fine a se stesso, puro gioco sintattico, ma rimanda sempre e continuamente a una rete di significati ed emozioni che coinvolgono e commuovono, spesso in modo sorprendente, di volta in volta diverso, mai del tutto atteso. È proprio per questo che le sue canzoni non diventano mai trite, che nuovi percorsi e profondi orizzonti si delineano a ogni nuovo ascolto: talvolta una parola antica, tal altra un passaggio di violino che dura lo spazio di un attimo, nascosto tra canto e parola, come se, appartenente a qualche musa capricciosa, dovesse mascherarsi per non essere scoperto o far veloce ritorno al centro al quale fu sottratto.

In un’intervista rilasciata qualche tempo fa, Max disse, riferendosi alla sua produzione artistica:

“la mia politica è una politica nascosta, una politica della santità. Si tratta di portare il centro verso il margine, piuttosto che il contrario. Le cose nascoste hanno bisogno di estrema attenzione per giungere alla luce. Certi fossili si sfaldano, scompaiono. Quello che mi trovo a fare è un ostinato lavoro che sta tra l'artigianato e la magia”.

Chi ha la fortuna di conoscerlo, sa che nel laboratorio dell’artigiano Max ci sono opere che hanno davvero bisogno di estrema attenzione, per non sfaldarsi nel contatto con il pubblico; d’altra parte, molti di quelli che lo stimano preferiscono correre il rischio di vedere qualche fossile sfaldarsi, pur di portarne altri all’attenzione e all’apprezzamento comune, significativo indicatore di un’inversione di tendenza rispetto alla barbarie culturale e al silenzio delle emozioni che è sempre più assordante.

 

Mini biografia artistica

Max Manfredi  nasce, come artista pubblico, nel 1985, sulla ribalta del Teatro Ariston di Sanremo per la  Rassegna Tenco. Nel 1989 vince, con la canzone Via G. Byron Poeta, la prima edizione del Premio Città di Recanati, prestigiosa manifestazione con ospiti di livello internazionale, dedicata alla canzone d’autore. Nel 1990 esce il suo primo LP-CD, dal titolo Le parole del gatto, che si aggiudica la Targa Tenco per la miglior opera prima. Nel 1994 viene pubblicato il secondo CD, Max, con la partecipazione di grandi musicisti e artisti, primo fra tutti l’indimenticabile Fabrizio De André, che canta con Max La fiera della Maddalena, scelta più volte come sigla di programmi e rassegne e, in particolare, per la scena finale del film Faber. Nel 1997 riceve il Premio regionale ligure come “Capostipite della nuova generazione dei cantautori genovesi” insieme a Federico Sirianni. Nel 1999 mette in scena lo spettacolo - concerto La leggenda del Santo Cantautore,  su testi di Giampiero Alloisio al Teatro Modena di Genova. Dello stesso periodo è il recital Amore alle persiane, al Teatro Garage. In quegli stessi anni si infittiscono gli impegni di Max Manfredi nel campo della musica antica, in particolare medioevale, rinascimentale e barocca, con L’Accademia Viscontea di Milano e nella rielaborazione folcloristica con il gruppo genovese La Rionda. Comincia quindi una collaborazione artistica con il Comune di Genova che comporta, fra le varie attività, concerti in Italia e all’estero, la presentazione di un itinerario sulla canzone d'autore e sui suoi sviluppi contemporanei, la costituzione dell’Associazione Culturale Sirene d’Emergenza, per l’affermazione della miglior canzone d’autore, la direzione artistica di manifestazioni musicali, la composizione della "cantata corale" Azulejos per il concerto di chiusura della Festa della Musica a Genova nel Giugno 2000. Nell’estate dell’anno 2000, Max Manfredi partecipa con un suo concerto al Festival Internazionale di Poesia, che si svolge al Palazzo Ducale di Genova, al quale sono invitati, tra gli altri, Roberto Vecchioni, Dacia Maraini, Paco Ibanez e dove calamita l’attenzione del pubblico intervenendo con il cantautore dissidente della DDR Michael Pein. Nel maggio del 2001 esce il terzo cd, L’intagliatore di Santi, che è stato giudicato come "uno dei momenti più alti della produzione italiana degli ultimi anni" (G. Ferraris, La Stampa Tuttolibri 15 febbraio 2003, Rock e dintorni). Il cd vince il premio della critica della rivista L’Isola che non c’era. Nell’ottobre-novembre del 2001, Max Manfredi organizza, insieme all’Associazione Culturale Sirene d’Emergenza, e con la partecipazione della Provincia, del Comune e della Regione, il festival Via del Canto, che culmina nella serata Libertà l’ho vista svegliarsi, con la collaborazione di Dori Ghezzi  e la regia di Pepi Morgia e con eccezionali invitati nazionali e internazionali, fra i quali, Cheb Khaled, Dario FoEnzo Jannacci, Claudio Bisio, Enrico Ruggeri, Luca e Paolo, Alice, Antonella Ruggero, Beppe Gambetta e il compianto Umberto Bindi. Nel settembre  del 2002 viene invitato, quale rappresentante genovese della musica italiana, alla Biennale di Belem, in Brasile, dove canta accompagnato da un gruppo di musicisti dell’orchestra sinfonica di Belem. Nel novembre 2002 viene pubblicato Trita Provincia, il primo libro in prosa di Max Manfredi, un atto d’amore per la parola e per l’esercizio della scrittura.  Nel 2004 esce il suo primo CD – live, Live in blu, che contiene, oltre a nuovi e interessanti arrangiamenti di alcune delle più belle canzoni già incise, anche tre brani mai registrati prima: “Coriandoli”, “Il molo dei Greci” e “Tabarca”. La musica, le parole e la voce di Max si fondono in questo lavoro con perfetta armonia, creando una vera e propria camera delle meraviglie, di sistemi di lanterne magiche in cui è dolce perdersi.

 

Per approfondimenti e altre notizie, in particolare relative ai suoi concerti, collegarsi al sito
http://www.maxmanfredi.com/
 

Foto di Anna e Gigi  Max a Boccadasse(24-6-2005)


 

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